sabato 16 aprile 2011

16.04.11 Dovevo andare a Magnago….

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L’idea era quella di andare a Magnago da Edo, bravo meccanico di bici, per farmi dare un’occhiata alla mia  dopo averla strapazzata nell’impegnativa escursione della domenica prima. Poco prima di uscire apro Facebook e leggo che Edo è in partenza per Catania dove assisterà alle finali di Coppa Italia di pallavolo femminile. Per scrupolo telefono, sperando parta nel pomeriggio, ma è proprio lui a confermarmi la sua partenza imminente. Cosa faccio? Dove vado? Dopo aver valutato diverse opzioni mi dirigo in direzione Varese. Verso Venegono Inferiore vengo raggiunto da dei ciclisti e mi accodo. Se vanno a fare il giro del Lago di Varese rimango con loro mi dico. Invece prendono la salita per il centro e così decido di seguirli. In cima alla salita la sorpresa, visto che è la loro seconda uscita tornano indietro. E io cosa faccio adesso? In lontananza vedo il Sacro Monte e mi scatta la scintilla! La Martica! Ecco dove vado.

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Non l’ho mai fatta così sono curioso, purtroppo non ho tantissimo tempo per cui mi prefiggo un tempo di ascesa. Poco prima di Bregazzana  lascio la strada asfaltata svoltando a sinistra dove si comincia dolcemente a salire. Sono quasi le 10,30 e mi dico, vado su fino alle 11, dove arrivo arrivo. All’inizio la strada è larga e abbastanza compatta, poi a poco a poco si stringe leggermente e diventa più sassosa con massi che sporgono sulla carreggiata costringendomi a giochi di equilibrio. So che ci saranno degli spazi dove gustarsi il panorama, spero di arrivarci in tempo. Incontro qualche biker e dei camminatori, è bello e comincio a sudare mentre salgo. Finalmente ecco che il bosco lascia lo spazio ad un ampio belvedere e mi gusto il panorama. Immag018Salgo ancora un po’ anche se il fondo stradale non è che mi piaccia poi così tanto con tutti quei ciottoli a far slittare le gomme. Dopo aver percorso forse 5 km torno indietro e lo faccio proprio nel momento in cui il sole decide di nascondersi dietro le nuvole. Mi prendo così un gran freddo. peccato non aver saputo la lunghezza dell’ascesa (7,6 km) se no avrei proseguito ancora. Sarà comunque per la prossima volta, intanto oggi una settantina di km li ho macinati…

Mario

lunedì 11 aprile 2011

10.04.11 Escursione al Monte Sette Termini

IMG_6252 Cronaca di un pasticcio, il mio. 1350 mt di dislivello in 38 km, cominciamo da questo. Oggi che è il giorno dopo sono ancora stanco. Anche se l’andatura imposta dagli organizzatori dell’escursione guidata attraverso Germignaga, Montegrino, Sette Termini, Monte Nave e chiesa di San Paolo e ritorno è stata molto soft le mie gambe hanno risentito della continua ascesa, circa 15 km, tra asfalto, poco,  e sterrato, molto. L’appuntamento era  al parcheggio in riva al lago dove una volta sistemate le bici poco prima delle 8,30 si partiva in gruppo alla volta di Montegrino dove ci aspettavano altri bikers che non avevano voglia di farsi i primi 6 km di ascesa. Già qui dopo un tratto di asfalto un bel muro ci attendeva prima di arrivare in paese e in tanti sono scesi a spingere. (io c’ero tra questi…). Da Montegrino siamo poi ripartiti verso un laghetto dove dopo una ulteriore sosta ci siamo inoltrati in una pineta e poi lungo sentieri e carrozzabili risalenti all’ultima guerra siamo arrivati a un bel pratone in cima al monte Sette Termini dove gustandoci un bellissimo panorama ci siamo riposati un po’. Da qui in poi per me è cominciata a salire la tensione e la sfiga. Ripartiamo, mi attardo a fare foto e poi mi accodo ma non si va avanti, mi chiedo perchè, poco dopo lo capisco: discese pericolose!!! Gli organizzatori fanno scendere un biker alla volta, aspettano che sia risalito dall’altra parte e poi ne fanno partire un’altro. Io da dietro li vedo sparire uno alla volta come inghiottiti dalla terra e penso, non ce la farò mai! Invece quando è il mio turno e complice un fotografo appostato proprio nel punto più difficile tengo duro e riesco a superare indenne il passaggio. Penso che sia finita ma poco oltre è anche peggio così stacco un piede dal pedale e lo uso come appoggio nelle curve più pericolose senza però fermarmi e vado giù e vado giù. Finalmente si risale verso il Monte Nave, ultima asperità della giornata da dove poi si scenderà verso la chiesa di San Paolo per il rinfresco. Si sale su una carrozzabile in acciottolato abbastanza compatto costruita ai tempi di guerra. Ed ecco affacciarsi la sfiga. Mentre salgo mi accorgo che la bici rimbalza in modo strano, mi fermo e tocco la gomma dietro, si è sgonfiata un po’, sicuramente ho bucato ma spero che regga, così la rigonfio. Riprendo la salita che sembra non finire mai. Ad un certo punto un ragazzo dell’organizzazione appostato ad un bivio ci dice che mancano 2 km alla cima mentre se vogliamo possiamo girare subito li e andare al rinfresco. Giuro che la tentazione è stata forte ma mi son detto, se sono arrivato fino a qui… Purtroppo ricomincio a sentire la gomma sgonfiarsi, mi rifermo quando mancano pochi metri allo scollinamento, la rigonfio e poi giù in discesa molto lentamente per non picchiare copertone e cerchio visto che ormai tiene poco. In tanti al rinfresco stanno già mangiando. Mi accodo, mangio qualcosa e vado a cambiare la camera d’aria, mentre la smonto vedo subito il buco e così decido di ripararla. Trovo, passando con le mani la spina traditrice e la tolgo. Dopo aver assistito alle premiazioni si riparte e riprendono le discese per me ostiche. Discese dove invece il nostro presidente Giuseppe si divertiva un mondo! Purtroppo nel saliscendi mi accorgo che qualcosa ancora non va nella gomma dietro e lo comunico a Giuseppe così ci fermiamo. Prendo la camera d’aria di scorta e mi accorgo di aver preso quella sbagliata, la mia era rimasta in un’altra borsa che avevo usato a Parabiago e quella che ho non va bene. Tentiamo di montarla e gonfiarla lo stesso. Giuseppe intanto trova un’altra spina, e due!!! Intanto i bikers ci superano e cominciamo a diventare gli ultimi. La camera d’aria sembra non ne voglia sapere di rimanere gonfia. Giuseppe mi offre la sua di scorta, mentre la montiamo un ragazzo dell’organizzazione che si è fermato ad aiutarci trova un’altra spina, e TRE!!! ma si può? Dove le ho prese???. Alla fine riesco a ripartire e tra continui saliscendi arrivo a Montegrino. Tutti mi hanno già superato perchè in discesa vanno il doppio di me. In paese ho la possibilità di scendere per la strada asfaltata, così potrei arrivare con gli altri visto che sono ultimo, oppure fare il single track nel bosco. Io da bel ….. entro nel bosco. Non ho mai faticato come in questa ultima discesa, per me davvero troppo tecnica con massi sporgenti ovunque  e il dirupo sulla sinistra per niente invitante. Ne ho fatto un bel po’ a piedi spingendo la bici. Ho capito perchè tutti vogliono la bici leggera, perchè quando la spingi in salita pesa un casino!!! Finalmente esco dal mio incubo personale e vedo una striscia d’asfalto davanti a me da qui vado tranquillo verso Germignaga. Ma quanto sono stanco mi dico. L’ultima discesa mi ha tolto le ultime energie. Non sono ancora abituato a certi percorsi. E’ stato come se dal trampolino di 1 metro fossi passato improvvisamente alla piattaforma da 10. Per me ci vorrà ancora tanta strada prima di prendere confidenza con certi percorsi. Spero di riuscire a migliorarmi nella tecnica e soprattutto nel gestire la tensione che mi viene in questo tipo di discese. Spero di riuscire in futuro a gustarmi meglio questo tipo di escursioni senza subirle. E risparmiatemi il fatto che devo montare le tubeless eh!!!  Bravi comunque gli organizzatori del gruppo Sette Termini per l’efficienza dimostrata, per l’accuratezza delle segnalazioni e per la costante presenza lungo il percorso.

Il mio album fotografico:

Per tutto il resto, articoli, foto ecc ecc vi rimando al sito del gruppo 7 Termini MTB che ha organizzato questa bella escursione. Basta cliccare <<QUI>>.

A breve sarà disponibile anche un piccolo filmato.

Mario