martedì 8 maggio 2012

L’avventura di Mario Cucinotta ad Odolo

Mario CucinottaIn quel di Odolo stamani eravamo 2 Evaloon Io e Samuele + l’amico Luca Zoni del FRT Team, il tempo promette bene, e speranzosi dopo un piccolo riscaldamento ci mettiamo in griglia. Partenza in discesa, bella li, qui posso spingere, scendo davvero forte e recupero un bel po’ poi si inizia con la prima salita e allora si aprano le danze, butto giù rapporti e prendo il mio passo, come previsto all’inizio mi sorpassano un bel po’ di atleti, poi inizio ad ingranare e vado su con tutti gli altri , la prima salita non è un lungo salitone contino ma ogni tanto spiana qualche metro e nel bosco finito l’asfalto ci sono degli strappi davvero duri, in cima mi sorpassa Luca che è partito nella griglia dietro mentre Samuele è già sparito all’orizzonte da un bel po’, iniziamo la discesa insieme poi perdo anche Luca in un altro strappo, inizia il lungo tratto di discesa che ci porterà ai piedi della seconda salita, e dopo essermi accorto di aver perso anche la borraccia avviene il primo fattaccio, più vado giù più prendo sicurezza, più scendo forte.. troppo forte e su una curva a sinistra vado largo solo che finita la strada ci sono le piante e mi ci infilo con tutta la bici prendendo una gran botta su tutta la parte destra e anche in viso, dopo essermi ripreso dallo stordimento mi sposto dalla traiettoria sistemo il manubrio che si è stortato e riparto con il viso che fa male e una gran paura di essermi aperto il labbro o la guancia, arrivo velocemente al punto di soccorso situato dopo una curva secca nel cortile di una villetta il cui cancello è aperto e dopo poco capisco il perché, la gente non si aspetta una frenata così e più di uno tira dritto nel cancello, chiedo di controllarmi la faccia e il soccorritore mi dice che la faccia è apposto indicandomi la gamba invece mi mostra che sanguino copiosamente da diversi tagli, mi medicano e riparto dopo aver ringraziato, finisco la discesa con lo spavento della caduta oramai alle spalle ma con la gamba che inizia a dar fastidio quando la benda tira, mi chiedo per un attimo se è il caso di ritirarsi ma dura solo quell’attimo e mi dico subito che la devo finire, la seconda salita inizia dopo un brave tratto piano di asfalto dove trovo già alcuno atleti con i crampi la seconda è una salita dura, davvero dura, lunga e a tratti si impenna fino a toccare il 26% passiamo davanti a dei ragazzi che ci incitano con un campanaccio da mucca e su per un paese che ci porta a scollinare, siamo abbastanza provati sia io che i concorrenti intorno a me, io in mente intanto ho le parole lette durante le ricerche su questa gara, da diverse fonti ho ritrovato una frase che non era rassicurante, la terza salita al Bertone sarà il muro del pianto pochi la faranno in bici, non finisco la seconda discesa che improvvisamente perdo l’anteriore a causa del fango mentre andavo davvero piano e mi risdraio solo che questa volta finisco con il braccio nelle ortiche e imprecando torno in sella, finisco la discesa e dopo un breve tratto di asfalto inizio la fatidica terza salita, ma prima mi fermo ad una fontana a sciacquare il braccio che brucia parecchio, la terza salita mantiene le promesse dettate dalla sua fama, è corta ma maledettamente ripida e tecnica, in cima quando si impenna in maniera spaventosa mi tocca scendere, le gambe non ce la fanno più, e il 28 davanti non aiuta, faccio 50 metri a piedi supero lo strappo e mi rimetto in sella qualche su e giù e inizia la terza discesa, riprendo il divertimento ma dura poco la troppa velocità e a questo punto anche una buona dose di incoscienza mi fa finire sul muraglione di terra all’esterno di una curva a destra, arrampicandomi per un metro e mezzo in altezza, quando mi fermo mi sento una capra di montagna ed ora mi sanguina anche il ginocchio sinistro, quindi scendo raggiungo un punto sicuro raddrizzo nuovamente il manubrio e riparto, finita la discesa mi trovo difronte ad un’altra rampa e sperando che sia l’ultima la affronto con calma, in cima un tizio ci dice “tranquilli la salita è finita da qui tutta discesa” salvo poi scoprire che era una palla colossale siamo oramai al km 38 dei 45 previsti, le gambe danno segni di cedimento , la fasciatura fa sempre più male ed il rosso del sangue inizia ad affiorare, ma non mollo, facciamo 3 km di su e giù che ci portano ad un’altra discesa prima in terra o meglio in fango paurosamente viscido, e poi in asfalto finita la quale si risale azz, strappi brevi ma duri che a questo punto sono indigesti alle gambe ci riportano su strada, il tipo del personale ci dice “dai che mancano 2km e guardando il mio contakm che dice 45 mi faccio una risata, ancora 2km di falsopiano in salita e poi l’ultimo strappo che ci porta al traguardo, è stata un’avventura ma l’abbiamo portata a termine in 3 ore e 24 minuti e in 574 posto che considerato tutto non è poi così disastroso.

Mario Cucinotta

2 commenti:

  1. Bravo Mario, una bella dimostrazione di perseveranza e forza, complimenti!

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  2. Cucinotta Mario9/5/12 12:34

    Grazie mille, io non mollo fino a quando ho le forze e una possibilità per andare avanti ci provo fino all'ultimo.

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